Rinascita di quei sentimenti profondi che da sempre legano l'uomo alla sua terra e ai suoi padri fuggendo dalla prospettiva del nutrimento in pillole. ristorante torino

Centro di Torino ore 18,30 di un Lunedì qualsiasi. È stata una giornata piovosa ma qui si arriva senza bisogno dell'ombrello, le donne non rischieranno di rovinare la messa in piega, - che poi mi son sempre chiesto per quale motivo le donne dai capelli ricci li stirano per averli lisci e quelle che li hanno lisci li fanno diventare ricci, è un mistero -. Non troppo lontano scorre il fiume Po. Parcheggio sotto P. za Vittorio Veneto e imbocco la via Eusebio Bava fino al numero 1/G. Pochi metri e mi trovo all'ingresso del Bon Parej.

Quello che c'è si mangia. È il significato del nome di questo ristorante che rispecchia i piatti che cambiano ogni settimana, quelli che piacciono di più rimangono più a lungo in lista. La cucina è a vista, il cuoco e i suoi aiutanti si muovono in un ambiente ordinato. I piatti pronti, le torte ecc.. sono in bella vista che mi viene voglia di mangiarli tutti.

I ristoranti dovrebbero adottare questa regola, tutto sarebbe più fresco e di stagione. Anna parla del suo ristorante come se fosse il suo terzo figlio. Entusiasmo e attaccamento al proprio territorio. Le valli di Lanzo a pochi chilometri dal centro di Torino dove è cresciuta, vive e dalla quale provengono alcuni degli ingredienti utilizzati per preparare le ricette.

I piatti per non finire nel dimenticatoio devono essere cucinati in gran quantità, a volte modificati per renderli attuali alla gente che vuole stare leggera. Qui la bagna caoda è fatta sostituendo l'aglio con topinambur.

Bicchiere di vino frizzante per accompagnare frittatine profumate, tiepide che invogliano all'assaggio, salame, cotechino e formaggi di media stagionatura, tanto per partire, mentre parliamo dell'organizzazione dell'attività che coinvolge quindici persone ognuna delle quali concentrate alla soddisfazione del cliente. Potete ascoltare tutta la chiacchierata sul podcast - Errante del gusto disponibile anche su Spotify -.ristorante Torino

Avrei potuto assaggiare la rapa ripiena con cotechino, il risotto al melograno, pasta e fagioli, cervo in civet, la cipolla ripiena e caponet con fonduta. Ho scelto: Vitello tonnato, tomino con bagnetto e acciuga, battuta di carne, peperone con la bagna cauda, cotechino, trota con verdure e aceto balsamico, agnolotti al brasato e bonet il dolce incorniciato nel piatto dipinto a mano da Ceramica Artistica Solimene in Sicilia per il grande giro dei Ristoranti del buon ricordo. Per ogni ristorante un piatto diverso, da collezione. Il menu dedicato permette di portarselo a casa, non per niente molti organizzano il giro in lungo e in largo, su e giù per l'Italia - e non solo - per accaparrarsi il manufatto.

Attraverso la conoscenza dei cibi, la ricerca della genuinità conduce alla riscoperta delle tradizioni, alla rinascita di quei sentimenti profondi che da sempre legano l'uomo alla sua terra e ai suoi padri fuggendo dalla prospettiva del nutrimento in pillole.
"Ho mangiato bene, ho dormito bene, non ho avuto neanche sete, sto benissimo". Gualtiero Marchesi
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