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Ristorante Le Betulle di Rovigo prima del trasferimento nella nuova sede di Mardimago.

La famiglia Lucchin che da trentaquattro anni conserva e costudisce i sapori come fossero tesori per le nuove generazioni, sotto la supervisione di Tristano i due figli Andrea e Matteo portano avanti l'attività con slancio e duro lavoro, rinnovando e conservando il seminato del papà "visionario".

Giro per il centro di Rovigo, di ritorno da Copparo, diretto non so ancora dove perché le mie note di promemoria non contengono locali in questa zona.


Cercando velocemente sul telefono trovo un locale che si chiama Le Betulle. Dopo aver parcheggiato mi dirigo verso il locale, la giornata è di quelle che non uscirei neanche pagato, nebbia che sembra che piove, come fossi in un quadro di Deleidi Luigi detto il Nebbia, nessuno per le strade, nessun rumore, insomma mi sento come in apnea sdraiato sulle nuvole, l'aria sottile e carica di goccioline diffonde profumi che segnalano l'avvicinarsi dell'ora di pranzo.

Da fuori non mi attrae, faccio avanti e indietro lungo il marciapiede che da una parte guarda la strada e dall'altra il locale: Villa Regina Margherita, costruita negli anni venti, non capisco se oltre a servire da ristorante per chi ci alloggia serve anche gli occasionali in cerca di ristoro.

Non posso continuare a fare avanti-indietro, con coraggio decido di precipitarmi all'ingresso dicendomi: "o la va o la spacca", se non provo non potrò mai sapere se qui si mangia bene.

Appena dentro mi trovo nel classico ingresso da hotel e non riesco a capire se si serve il pranzo, mi guardo in giro, osservo l'arredamento stile liberty e varie riviste sparse sui tavolini di una sorta di sala da aspetto, più avanti uno scorcio si apre su quello che dovrebbe essere il salone da pranzo, intuisco che qualcuno sta consumando ma indietreggio per non disturbare, contemporaneamente mi chiedo se qualcuno si farà vivo e timidamente faccio finta di guardarmi in giro progettando la fuga.

Quando ormai sto per mettere in atto la mia liquefazione un signore mi viene incontro, tiro un sospiro di sollievo e chiedo se si può mangiare.

Da qui in poi è un susseguirsi di emozioni che mi trasmette il Tristano e i suoi piatti, li racconta con orgoglio ma senza esagerare, si capisce che la passione per il proprio lavoro scorre impetuosa, capita occasionalmente di trovare questa sapienza.

Mangio i piatti che sono stati preparati perché con i tempi che corrono bisogna viaggiare a vista, mi dice, e io non me ne dolgo, anzi, godo come fossi a letto sotto il tepore delle coperte mentre fuori nevica.

Si parte con una pallina di riso fritto al profumo di basilico, tortino di formaggio con funghi cardoncelli ( Buonissimo dal cuore caldo, sapidità al punto giusto, profumo di formaggi e torta margherita).


Ravioli con pecorino di fossa che qui si propone da 20 anni, cosi saporiti che mi sembra di essere seduto nei pressi del gregge mentre mi accompagno ad un bicchiere di Mastalsò, un sangiovese superiore di Romagna.


La bravura è direttamente proporzionale all'umiltà che Tristano, il signore che ha sventato la mia fuga, mette nel suo lavoro con i due figli, mi sento come riscaldato dal tepore di casa e non vorrei più andare via.

Alla fine una crema pasticcera su tortino morbido, mentre per fissare in maniera indelebile i minuti passati al tavolo, un rum domenicano che incornicia gradevoli sensazioni.


©2022 Luca Scainelli

 

Le Betulle

Viale dei Mille, 339

45100 Mardimago (RO)


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