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Rinasce il paese medioevale, Ardesio Divino 2021

Passeggiando fra le vie del centro storico con un bicchiere al collo

Il "quadro è dell' artista ZED1 che racconta favole sui muri di tutto il mondo


DIFENDERE PER NON ASSOPIRE

Un Medioevo in chiave moderna che rappresenta i cavalieri, le mascherine, l'unione, la forza, la perseveranza e soprattutto il coraggio; quello che hanno messo in campo i ragazzi di Ardesio Divino in questa giornata che si ricorderà a lungo anche per le cattive condizioni del tempo che fa sempre quello che vuole.

Oltre a sfidare la sorte e a dover zizzagare fra i gangli delle regole capaci di modificarsi in un batter di ciglio, i ragazzi di Ardesio Divino hanno dovuto cercare di arginare il meteo che come è noto fa quello che vuole infischiandosene degli uomini.

Bravi a non arrendersi, come hanno fatto invece molti "rammolliti" all'ondata di paura intrisa di ipocrisia perché mai come in questi tempi vale il detto "chi si ferma è perduto " e me lo conferma, per esempio una chiacchierata informale con il sindaco di Parre, Danilo Cominelli, che dice: ho l'impressione che una parte della popolazione si sia abituata a stare segregata in casa ed è per questo che non ci si deve fermare con le manifestazioni che servono anche a tenere vivo un paese".

INAUGURAZIONE

Le parole che ho sentito durante l'inaugurazione di Ardesio Divino 2021 sono: rinascere, speranza, vivacità e coraggio; le hanno pronunciate i vari ospiti, fieri di fare da volano a questo evento che rappresenta a vario titolo, uno degli avvenimenti più significativi dell'alta Valle Seriana. Parole che, mentre le ascolto mi sembra di sognare perché fuori da questo contesto la gente è intimorita, frustrata e oppressa da una stampa che non fa altro che fomentare paura, sembra che ci sia dimenticati che prima o poi ce ne dobbiamo andare, sembra di vivere in un mondo di immortali, e questo impedisce ai vivi di condurre la propria strada, che potrà anche essere faticosa ma che va vissuta, non dico che ci si deve dare alla pazza gioia ma le persone avevano voglia di bere, assaggiare cibo diverso dal solito e farsi una cantata davanti a un buon bicchiere, riempito da gente che ha sofferto in silenzio aspettando tempi migliori, come questo, li ho conosciuti, ci ho parlato e ho assaggiato volentieri i loro prodotti, nei loro occhi la speranza senza rancore, erano felici di essere venuti ad Ardesio per l'evento dell'anno, uno dei pochi che gli organizzatori impavidi hanno voluto a tutti I costi.

Bravi, i ragazzi della Pro Loco Ardesio e i volontari di Ardesio Divino a partire dal presidente, Gabriele Delbono che ho avuto il piacere di conoscere e a tutti quelli che hanno contribuito per far sì che il mondo non si fermasse, come molti avrebbero probabilmente voluto.

Ho visto giovani cantare con il calice alzato, per stavolta uno in più era meritato, ho visto un organizzazione filare perfetta ed affiatata, ragazzi colorati di arancione pronti per ogni esigenza e consapevoli delle buone maniere, mi sono aggirato fra le vie che all'improvviso sfociavano in vecchi cortili che odoravano di antico dal sapore agrodolce al ricordo che qui si faticava parecchio ma i banchetti ben allestiti dei vignaioli erano un contrasto perfetto e ti veniva voglia di bere, di brindare di assaggiare i tanti vini in degustazione.

ASSAGGI

Molti vini ho assaggiato: alcuni ottimi, altri ben fatti, alcuni trascurabili ma tutti con una dignità, fatti con passione da ragazzi giovani che hanno intrapreso questo mestiere con la speranza che solo l'incoscienza può dare. Anche i veterani ci ho trovato, quelli che non possono mancare qui ad Ardesio perché ci vengono da sempre e si sono affezionati. Non mi piacciono gli elenchi di cose che potete trovare abbondantemente in rete, segnalo non il vino ma la cantina che per me è stata in grado di portare prodotti d'eccellenza attraverso una produzione di vini resi famosi dai francesi come il Cabernet Franc, Merlot, Cabernet Sauvignon, e poi Chardonnay, Petit Manseng ma ce ne sono altri, tutti di grande livello.

Il mio preferito il Cabernet Franc.

SEMINARIO VERONELLI

Alle 17,30 in una sala del comune è poi stata la volta dell'immancabile appuntamento con il Seminario Veronelli aperto solo a chi si era iscritto, vini ricercati e insoliti non necessariamente perfetti ma andavano assaggiati, presente anche uno di Panigada che mi ricordo di essere andato a trovare nella sua piccola e accogliente cantina nel centro di San Colombano al Lambro, molti non sanno che a Milano si fa vino.


©2021 Luca Scainelli

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