Vignaioli Contrari con un intento comune, divulgare il buono attraverso il vino, cibo, luoghi.
- luca scainelli
- 3 giorni fa
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Non sempre il bello è buono, e viceversa. Quanti piatti ho assaggiato e non ho apprezzato pur essendo dal punto di vista dell'immagine molto appetibili.

La stessa cosa succede quando per uscire a cena andiamo alla ricerca di un bel posto, una bella vista, sul mare o circondati da declivi armoniosi fra vigne cariche di grappoli saporiti che ci trasmettono tutto un insieme di sostanze e sensazioni uniche e irripetibili. Oggi a Spilamberto - Modena - mi trovo nella ex-chiesa Santa Maria degli Angeli e il bello coincide con il buono.

Nei bicchieri Timorasso Derthona igt, Erbaluce di Caluso, due espressioni del territorio, governato dall'uomo per l'uomo. Dal terreno e dalla vite non esce vino in maniera spontanea, ci vuole il lavoro dei vignaioli, quelli che si sporcano le mani, nella vigna ci vivono e la conoscono meglio delle proprie tasche. Passione, tecnica, ambizione. Questo ci vuole per portare nel bicchiere quello che sto assaggiando. Vini eleganti, profumati e longevi, l'acidità ne governa la struttura. Non mi stanco mai.

“Attraverso il vino l'essenza distillata del suolo sembra riversarsi nelle vene risvegliando il corpo alla vita; e, una volta impregnato il corpo, il vino invade l'anima. I pensieri galoppano, i sentimenti si liberano”. Lo ricordo spesso, è la dimostrazione che anche i filosofi non vivono solo di astrazione. Roger Scruton, uno di quelli bravi, amante del vino.

Ogni singolo filare riceve luce, aria, sostanza che non può mai essere uguale ad ogni vendemmia, ne deriva un vino sempre diverso, - sempre uguale sarebbe un problema - Poi c'è la bravura di concentrare tutto in una bottiglia come fanno Walter Massa e Camillo Favaro, due visionari in terra Piemontese. Il primo fonte inesauribile di aneddoti, racconti, retroscena sul mondo del vino, il secondo poco lo conosco ma dall'impresa che sta costruendo se fosse nato all'inizio del secolo scorso sarebbe stato con Amundsend, a fare l'eroe.

Negli ultimi anni prediligo assaggiare, cibo e vino, passando da quelle che si chiamano Masterclass. Posso con calma ascoltare e assaggiare prendendo appunti - se assaggio in piedi con telefono, agenda, borsa, biglietti da visita, cartonati ecc... mi perdo la sostanza del discorso. Mentre prendo appunti mi vengono dei pensieri, a volte buoni a volte meno, me sempre pensieri sono. Appunti veloci che spesso traduco in numeri per poi ricordarmi gusto e sapori.

La parte dei formaggi è da ricordare con nostalgia. Al Fiore Sardo dei Pastori DOP dell'Azienda Agricola Giuseppe Cugusi "Sa Marchesa" di Gavoi - uno che all'anagrafe si vuole far segnare "pastore" do 60 punti, che nella mia scala di preferenze equivale ad un prodotto "raro", per la sua complessità aromatica, fatto con caglio di origine ovina, il sapore è dirompente, rimane a lungo e vorrei che non finisse mai.
Grazie a Fabio Giberti e Simone Balestri Maestri assaggiatori di APR -Assaggiatori Parmigiano Reggiano e agli amici di Vignaioli Contrari per l'impegno e la tenacia. Ci vuole impegno e abnegazione per organizzare un evento ben fatto che esce dai solchi scavati da altri.
©2025 Luca Scainelli
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