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Slow Wine Fair 2022 di Bologna, con grande slancio si riparte.

Si doveva svolgere a Gennaio, si ripresenta adesso, alcuni rinunciano probabilmente per la vicinanza con il Vinitaly, ma rimane una fiera ben fatta.

È un po' come andare a fare una gara automobilistica e partire con il freno tirato: Questa è un po' la sensazione che ho avuto nei primi minuti che hanno seguito il mezzogiorno del ventisette Marzo all'apertura di Slow Wine Fair 22 a Bologna.

Arrivato ai banchi di assaggio, molti vini bianchi non erano stati messi a raffreddare creando file di gente che nel frattempo arrivava per assaggiare, oltre a dover fare le corse i ragazzi erano in affanno per la normale pressione che si creava mano a mano che la gente arrivava con il calice spianato e lindo. Le aziende che hanno deciso di raffreddare il vino all'ultimo momento l'avranno fatto in un ottica di risparmio dimenticando lo scopo per cui si sono presentati in fiera, e cioè presentare al meglio il vino per farlo apprezzare nel migliore dei modi in condizioni ottimali senza creare disagio e favorendo l'atmosfera rilassata che aiuta sempre in questi casi. Se da una parte hai risparmiato qualche cento euro dall'altra non hai creato le condizioni ottimali per raggiungere lo scopo primario che è quello di portare poi la gente ad acquistare le bottiglie in assaggio.

La zona dedicata al cibo mi è sembrata molto ridotta, i bagni dei maschi troppo piccoli e, mi segnalano, quello delle donne molto sporco, andrebbe pulito almeno ogni ora e presidiato per risolvere problematiche improvvise.

Detto questo, con tutto il rispetto del caso per chi ovviamente ci ha messo l'impegno e le risorse necessarie, vediamo come sono andati gli assaggi di questa giornata dedicata al vino "buono, pulito e giusto". La prima impressione che ho è quella dell'ampio respiro, infatti i banchi d'assaggio sono ben disposti con spazio di manovra adeguato, mi piace l'ordine in ogni ambito della vita perché da serenità e ti invoglia ad agire e qui oggi c'è parecchio da fare.

Potrei fare finta di raccontarvi che ho assaggiato tutti i vini ma passerei per un mammalucco, visto che , facendo due conti della serva: ci sono 570 cantine che mediamente portano cinque o sei vini e se la matematica non mi inganna siamo a 2850/3420 vini che mi paiono un po' tantini.

Affronto gli assaggi senza bramosia di accumulo, infatti, un conto è assaggiare un altro è assorbire pezzi di vite dedicate con passione e duro lavoro alla vigna, perché da questo si parte per avere dei vini che siano interessanti in grado di emozionarmi già dal colore e poi dal profumo per poi, come dice Roger Scruton, invadere l'anima, che rimane impregnata di tutti i sentori distillati del terreno e di chi ci ha lavorato.

Simone Tozzi Il cognome non può non farmi tornare in mente una delle canzoni di quando, adolescente, sentivo attrazione, per usare un eufemismo, nei confronti di una giovane ragazza incontrata sulle spiagge della riviera romagnola, ero molto giovane, enologo della cantina VisAmoris di Imperia mi illustra la sua creatura: si dedica ad uno dei miei vitigni preferiti il pigato e lo declina in vari modi, "Sogno" quello che mi colpisce di più ma ovviamente è sempre una questione strettamente personale questo viene da un terreno prevalentemente argilloso e fa Macerazione sulle bucce per 72 ore circa; fermentazione con lieviti indigeni. La fermentazione di una parte della massa avviene in barriques.

Valerio Mossio Più a nord produce un Dolcetto d'Alba Superiore "colore rosso rubino impenetrabile con riflessi violacei, profumo intenso con note di prugna, mora e frutti rossi, su fondo speziato dal sapore avvolgente, morbido e pieno, con finale dolce ma non troppo, ben bilanciato con i tannini, mandorlato tipico del vitigno dolcetto". Niente male e poi ci mette la passione che trabocca da subito dalle sue parole "vieni a trovarmi in cantina" dove tutto cambia e l'atmosfera è quella giusta per poter apprezzare il mio vino, frutto di tanto lavoro fatto in vigna; e si vede dalle mani che ancora portano il ricordo della terra. Chiudo assaggiando delle Nocciole gentili deliziose.

Francesco Salvetta Mi pare sia un grande appassionato di vino e un visionario acuto visto che fra le sue molteplici attività è riuscito a ritagliarsi il tempo per fare l'enologo di questa cantina che sa emozionare come piace a me: dallo stesso vitigno, Nosiola, ogni anno arriva un vino diverso che, come dovrebbe sempre essere, da il meglio di quell'anno, perché come le persone sono tutte diverse anche l'uva cambia in base a molti fattori che ne determinano il carattere: il sole, la pioggia, le temperature modificano in bene e in male il raccolto, biologico nel limite del possibile altrimenti, in alcuni anni, significherebbe rinunciare a fare il vino.

Elisa Mazzavillani Un grande vitigno delle quali bottiglie la mia cantina è sempre fornita, lei sprizza simpatia e preparazione nell' illustrarmi la conformazione del terreno da dove fuoriesce la vigna che da vita all'Albana della sua cantina Marta Valpiani, vino nel sole dai sentori termali che non è mai uguale a come te lo aspetti, si trasforma in base al territorio da cui deriva mantenendo sempre caratteristiche importanti come l'acidità in grado di ripulire il palato ad ogni piatto. Avevo assaggiato le prime sue bottiglie all'evento Master Romagna, organizzato da AIS Romagna in collaborazione del Comune di Bertinoro, patria dell'Albana ma oggi lo riassaggio nella versione più pregiata Madonna dei fiori dove sono nuovamente spiazzato nel ritrovare il vitigno per come lo interpreta Elisa, senza sovramaturazioni in pianta e senza macerazioni.

Alberto Paltrinieri Sono anni che bevo il suo vino ma non lo avevo mai incontrato, nemmeno tutte le volte che sono andato a Sorbara per rifornirmi delle sue bottiglie. In poche parole dove c'è Sorbara non c'è solo "casa" ma Salamino perché altrimenti non avverrebbe la riproduzione del vitigno, anche di Lambrusco ne è piena la mia cantina e per gli edonisti seguaci di Epicuro come me il Sorbara ne è il preferito. Si capisce che la passione per il proprio lavoro regna in Alberto è un fiume in piena che mi racconta in pochi minuti il suo mondo.

Tre Monti Vittorio e David producono l'Albana in Anfora Georgiana da 470 litri senza aggiunta di lieviti e senza il controllo della temperatura, devo dire che fino a prima di assaggiare queste tipologie di vino ero un po' scettico ma dopo l'assaggio di Vitalba mi sono addirittura entusiasmato, ho capito che anche l'anfora, cosi come il ritrovato cemento, possono dare valore al vino a patto che si sappia quello che si fa e loro lo sanno fare molto bene.

Podere Giardino, da Marco Crotti assaggio Lambrusco dell'Emilia IGP Rosè e Malvasia sempre dell'Emilia, vini leggeri, allegri e profumati, grazie alla fermentazione ancestrale (letteralmente rifermentazione in bottiglia) e poi del Parmigiano Reggiano da leccarsi i baffi.


Queste alcune delle persone che mi hanno emozionato nel racconto di tutto quello che rappresentano, non volevo e potevo pretendere di raccontare tutto di questo evento molto ricco di spunti è semplicemente uno spezzato di quello che ho vissuto in una giornata iniziata alle cinque del mattino e terminata quando il nuovo giorno consumava i primi minuti.


©2022 Luca Scainelli

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