La chiusura Merano WineFestival 2024 che viene inebriato dalle fini bollicine dello champagne
Intanto Merano è una bella città, piccola ma accogliente, anni fa erano un po' crucchi e i non residenti venivano snobbati, guardati di sbieco.
Ricordo che la stessa cosa succedeva fra Pisa e Livorno nell'anno della naia, noi paracadutisti eravamo guardati male, da evitare come la peste bubbonica. Ai tempi si praticava ancora l'autostop per tornare a casa in licenza, ricordo prima che qualche samaritano mi raccattasse ci voleva un bel po'.
Deluso delle esperienze al ristorante, piatti ai quali mancava sempre qualcosa, il prezzo non giustificava la qualità. E' l'ennesima conferma che la ristorazione tende al mediocre in molte parti d'Italia. I locali dove, quando mi alzo sono soddisfatto, non sono molti e li devo cercare con attenzione, non sempre ho il tempo di andarli a scovare.
La giornata conclusiva in cui tutto si ferma per lasciare lo spazio alle bollicine dello champagne. Tante, sottili, una sorta di preludio alle feste imminenti.
La cosa che ha stupito appena entrato al Kursal, bellissimo palazzo che ospita la manifestazione, è stata la disposizione delle aziende. Nella sala principale le bollicine italiane mentre lo champagne nelle salette, più intime ma sacrificate dalla parte destra guardando dall'entrata.
Non ho avuto modo di chiedere il motivo ma è sembrata una scelta strana. Oggi le note sono prevalentemente vinifere, anzi, cuochi venuti da lontano hanno avuto l'ardire di servire un'ottimo risotto. Confesso di avere fatto il bis, meritava. Saporito e ben cotto.
Confesso ho bevuto. Non ho avuto modo di prendere informazioni curiose, a parte assaggiare questo vino, per certi verso inarrivabile, troppa gente che non lasciava di certo lo spazio per parlare. Qualche calice e poi via verso il prossimo vino, alcuni li ho raccolti qui, altri li trovate sul blog.
Mentre scrivo ricordo uno dei tanti assaggi dei giorni scorsi. Uno dei miei vini preferiti, il Lambrusco. Terraquilia con Romano mi ha aperto quello ancestrale puro "col fondo". Da qualche anno si sta diffondendo la parola "ancestrale", alcuni la usano a sproposito - perchè fa moda - capita che ognuno te la conta alla sua maniera e per me quello vero è fatto con il mosto che al momento giusto viene messo in bottiglia e li fermenta. Son passato da Cà del Bosco ad assaggiare Satèn Vintage - che vuole dire millesimato quindi vino da uve di una stessa annata - 2017. Les Premiers et Grands Crus de la Montagne de Reims del 2015, champagne rosato di Julien Herbert, sempre ben fatto e con un prezzo abbordabile, poi tanti altri, i nomi li vedete se mi seguite, se non lo fate correte ad iscrivervi alla pagina Instagram. Merano Winefestival 2024 champagne
©2024 Luca Scainelli