Il Pinot nero è un vitigno. Il termine "pinot" sembra derivare da "pigna", e più specificatamente "piccola pigna", a significare sia la modesta dimensione del grappolo, che la caratteristica di avere gli acini fitti, appressati, appunto come le squame di una pigna.
Il compito del giornalista, a differenza del blogger, che lavora di immagine, è quello di sondare il presente, in questo caso per migliorare il futuro.
Ho avuto modo di assaggiare vini fatti a regola d'arte, potrei elencarli tutti senza problema: metodo classico, rosé, bollicine.
Tutti i produttori presenti erano gratificati dall'evento che cerca di trasmettere in modo compatto la cultura di un territorio vocato alla vinificazione e, come spesso capita in Italia, sottovalutato. Dal mio punto di vista questo è un bene perché significa che i margini di crescita sono enormi, si tratta solo di farlo sapere al maggior numero di persone comunicandolo in maniera il più possibile coerente con gli intenti prefissati.
Essendo una manifestazione nuova, quest'anno era la seconda edizione, ci sono delle cose da sistemare.
Per violini, trombe e ammiccamenti rivolgersi altrove, qui cerco di fare critiche costruttive per progredire ed arrivare alla terza edizione più preparati, con un occhio critico; la criticità che serve a migliorare l'evento, non me ne vogliano Cristina e tutto il gruppo di lavoro.
DOMANDA
Una riflessione e una domanda che avrei voluto fare durante la conferenza stampa:
"Per quale motivo questo evento iniziato l'anno scorso, è stato ideato dai produttori di vino e non dal consorzio che li tutela o li dovrebbe tutelare, o raggruppare, motivare? "solo quest'anno il consorzio si è unito nell'intento.
LA TENUTA PAGAZZERA
La villa nella quale mi trovo è molto bella, immersa fra i vigneti, i banchi sono disposti in modo ordinato sotto il porticato, le sale all'interno trasudano storia.
Queste ville sono bellissime ma sono state costruite senza considerare il fatto di essere invase da decine di persone tutte insieme, il bagno è uno e quando hai bisogno devi fare la fila. Buono il fatto che un'addetta al servizio delle pulizie era costantemente presente intervenendo tempestivamente ai mancati bersagli.
LE MASTERCLASS
Potrei trovare mille motivi per giustificare la buona o cattiva riuscita di una masterclass ma visto che siamo "critici attenti per natura", come in tutti i contesti dove si riuniscono molte persone, sia si tratti di un evento enogastronomico o di diversa natura, la soglia di attenzione è sempre più bassa, di conseguenza l'arte oratoria diventa importante.
In questo caso: sarebbero bastati brevi cenni storico-geografici per concentrarsi sui vini - che erano molti - si sono persi i ritmi e il coordinamento fra chi parlava - troppo di geografia e storia - con chi era addetto alla mescita, e quando si perde il filo non lo si trova più, la confusione regna sovrana e ognuno va per la tangente.
Una persona può anche conoscere tutto del vino, della geografia, della storia e dello scibile umano, ma non essere in grado di comunicarlo agli altri in modo chiaro e semplice, è una dote innata.
Avrei, per esempio, affidato il racconto delle Terre di Pinot Nero a ragazzi del posto, stravolgerei la classica Masterclass, portando due-tre ragazzi che raccontassero un pezzo del territorio vinifero attraverso il proprio vissuto.
Nella prima degustazione i vini sono stati serviti in bicchieri - alcuni - che sapevano di cartone, erano troppo freddi e l'unico a farlo presente è stato il sottoscritto, passando per un eretico, e addirittura in sala qualche guru ha sottolineato il fatto che la temperatura era giusta; Come si trattasse di un comizio dove l'argomento è evanescente come la politica oppure la religione e tutti hanno ragione.
Quando un liquido è freddo è da considerarsi tale, tanto è vero che il bicchiere si annebbiava come la pianura padana quando non si vede a più di dieci metri. Questo fatto ha denaturato tutto il resto.
Nella seconda Masterclass, i bicchieri sono stati "avvinati" e si è partiti meglio, come nella prima la presentazione è stata troppo lunga e spesso in confusione, traspariva la poca propensione al contesto.
MANGIA E BEVI
Molti dei miei colleghi, ma anche i fotografi, mi sembrava che non mangiassero da una settimana - magari l'anno fatto apposta, per rimanere leggeri - uno addirittura l'ho sentito esclamare: "anche per oggi ho mangiato".
Questi eventi non sono fatti per sfamare il mondo: penso che l'intento di chi li crea sia quello di aggiungere raffinatezza al contesto vino-paesaggio.
Partecipando al programma Family Food Fight, Cannavacciuolo mi diceva che ero un "fighetto" dovuto al fatto di essere spesso "critico" ma con cognizione di causa, infatti, come è successo per il risotto alla barbabietola che mancava di sapidità e non poteva passare per un "buon risotto" cosi come i salumi tendevano all'ossidazione -dovuta anche alla giornata calda- mentre i formaggi erano trascurabili.
In queste zone non mancano eccellenze nemmeno dalla parte dei salumi e dei formaggi, perché non coinvolgerli?
©2022 Luca Scainelli
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