"È innegabile che il clima stia cambiando e che dovremmo adattare ai nostri sistemi e il nostro stile di vita, forse più per una ragione etica che per una opportunistica; sarebbe per altro interessante capire, uscendo dalle battaglie ideologiche in corso, quanto questo è causa dell'azione dell'uomo e quanto dei naturali cicli climatici che migliaia di esperti di tutto il mondo indicano come fenomeni sempre avvenuti nella lunga storia del pianeta". Francesco Manfredi direttore della LUM School of Management dell'università di Bari. Milano Wine week 2024
Milano 09/10/24
Un dibattito sulla sostenibilità nel settore vinicolo coinvolge consorzi, produttori e associazioni. Essi affermano che, tra cinque anni, senza una certificazione, sarà difficile rimanere competitivi sul mercato. L'implementazione di macchine "intelligenti" per migliorare la distribuzione dei diserbanti è un obiettivo raggiungibile. Inoltre, la conservazione dell'acqua piovana durante i periodi di siccità, come già avviene a Valdobbiadene, è una pratica promettente, mentre in Sicilia si sta ancora valutando. L'ottimizzazione dell'uso di azoto chimico rappresenta un'altra possibilità. In alcune circostanze, l'adozione di autobus elettrici per il trasporto dei visitatori nelle vigne potrebbe essere realizzabile, a condizione che non prendano fuoco. Questi dibattiti vengono realizzati grazie a contributi europei. Ci vedo una forma di ricatto, metto a disposizione denaro se parlate dell'argomento che dico io -Europa - viceversa, non sarebbero sostenibili tanto per rimanere in tema. Anche gli assaggi preparati da uno dei cuochi di riferimento per la cucina che io amo in modo particolare non sarebbero potuti esserci.
Daniel Canzian l'ho conosciuto la prima volta nell'Aprile del 2016. Nel suo locale a Milano Fulvia Mendini esponeva alcuni quadri, uno, ai miei occhi meraviglioso -Madonna dell'uovo-, amore a prima vista e lo acquistai. La cucina di Daniel ha lo scopo di valorizzare le materie prime, di lui si ama il rispetto che porta nei piatti. Produzione agricola sostenibile, qualità dell'aria, biodiversità, risorse idriche, rifiuti e circolarità, governance e management, rapporti con la comunità locale, tassazione, lavoro minorile, lavoro forzato, libertà di associazione e di contrattazione collettiva, non discriminazione ed uguaglianza, salute e sicurezza sul lavoro, diritti sulle risorse, salari e redditi dignitosi. Tutto questo ho ascoltato.
Temi che se sviscerati possono contribuire alla divulgazione del vino senza dimenticare che viviamo in un mondo in cui, spesso, valgono di più le lobby e la politica, che il prodotto. Con tutte queste parole si perde di vista il vino come alimento, godimento, piacere. E' chiaro che se ho un prodotto mediocre devo fare leva su altro che non sia il risultato del lavoro nei campi. Il valore aggiunto è spesso dovuto all'enorme massa di denaro che bisogna investire per farsi largo in un mondo che pullula di squali. Negli anni ottanta si chiamava pubblicità. A quei tempi era palese oggi è camuffata da tuttologi che in cambio di un bicchiere di vino e quattro tartine scrivono che va tutto bene, tutto buono, organizzazione perfetta. Mille fotografie tutte uguali. Qualcuno si è mai preoccupato di verificare l'efficacia di tutte queste marchette. Tutto nel calderone con la speranza di vendere. Si perché poi dopo tante parole conta la sostanza, con l'ideologia non si campa, molti ci credono, spesso hanno il sedere al caldo, spesso il sedere non è il proprio. Ho apprezzato l'intervento dell'Ing. Giancarlo Spezia che si è impegnato nel cercare soluzioni utili a diminuire l'utilizzo dei pesticidi in collaborazione con le università. il Presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato – Vitaliano Maccario , il direttore di Valoritalia – Giuseppe Liberatore, il direttore del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG – Diego Tomasi , con la testimonianza del produttore Mattia Gerbi.
Tutti concentrati sull'importanza della parola che io odio "sostenibilità". Va tutto bene. Non vorrei che diventasse più importante la sostenibilità del prodotto finale, l'intento è nobile, non perdiamo di vista il vino che per essere fatto bene ha bisogno, in varie misure, dell'intervento dell'uomo e della chimica, il vino non esiste in natura, nasce dall'abilità dell'uomo e da tutte le varianti, quelle, si naturali, come il suolo/sottosuolo, il vento, il sole, la pioggia e non da ultimo la quantità di luce irradiata. L'unica cosa che non cambia mai è il sottosuolo, argilla, sabia, roccia, gesso, frammenti di conchiglia, calcare. Tutto il resto è in continuo mutamento, discese ardite le risalite, l'uomo è in balia degli eventi che solo in minima parte può governare, si impegna, arranca, non si arrende mai, a volte si da delle colpe che non ha. A proposito di tutta la tiritera che si racconta sulle storie dell'inquinamento, un estratto di un articolo pubblicato da Italia Oggi. Milano Wine week 2024
Nei primi 50 Paesi più inquinati del mondo non ce n'è nessuno europeo, nei primi 60 c'è solo la Grecia; tra i primi 10 Paesi più inquinanti al mondo l'unico europeo è la Germania, mentre l'intera Unione europea è responsabile soltanto del 7,3% delle emissioni globali di CO2. Non serve essere un fine analista o un esperto economista per capire che, se anche noi europei smettessimo di produrre, rinchiudendoci nelle caverne e cibandoci di bacche perché zootecnia e agricoltura inquinano, nel 2050 la situazione del pianeta non sarebbe granché migliorata; anzi, paradossalmente, rischierebbe di essere peggiorata, perché più spostiamo le produzioni verso quei Paesi che hanno poche o nulle attenzioni e regole per la tutela dell'ambiente, più cresce l'inquinamento globale. Infatti, nel 2023 Cina e India hanno avuto una crescita tendenziale dell'inquinamento rispettivamente del 4% e dell'8%, e il -7% dei Paesi europei non ha permesso neppure di compensare quelle crescite.
©2024 Luca Scainelli