30° Merano Wine Festival. La formula ridotta, a seguito dell’emergenza sanitaria, ha permesso a espositori, buyer e visitatori di vivere al meglio questa edizione speciale.
Sono andato alla festa del vino di Merano, tanto per dirlo in italiano, lingua delicata nata dai libri e non nelle strade.
I NUMERI
Merano WineFestival ha ospitato oltre 600 produttori tra case vitivinicole, spirits e culinaria.
Oltre 5.000 le presenze registrate nelle cinque giornate della storica manifestazione meranese dedicata alle eccellenze del settore enogastronomico selezionate da The Wine Hunter Helmuth Köcher.
Numero altissimo di interazioni, in particolare per le piattaforme Instagram e Facebook di Merano Wine Festival con oltre 100 mila interazioni con i post, trasformando la kermesse meranese in un evento seguitissimo anche online e da ogni parte del mondo. L’evento si è svolto anche sulla piattaforma Wine Hunter HUB con circa 3.500 visite.
ARRIVARE A MERANO
I controlli sono serrati: biglietto d'ingresso e certificato verde verificati da un servizio d'ordine bene organizzato mai come quest'anno fondamentale per la buona riuscita della manifestazione che da trent'anni qui si svolge.
La città è di quelle giuste per vivere; la camminata centrale taglia in due il centro con vie che entrano laterali affollate di negozi di ogni tipo, la percorro tutta per sbucare davanti alle terme con all'esterno le piscine fumanti che mi fanno rimpiangere il costume da bagno che ho dimenticato chissà dove a casa. Per arrivare all'ingresso della fiera attraverso il ponte sul fiume Passirio, lungo 42 km che portano verso L'Adige, l'aria sibila fredda che sembra cristallizzata.
IL VINO
Sono passati 11mila anni avanti Cristo dai primi esperimenti che i Greci facevano con vari succhi di frutta e altri liquidi, quello di betulla, latte, miele acqua e malto.
Oggi il vino si fa solo con uva 🍇, tecnica e tanta esperienza aiutati dalla tecnologia, quella buona, non da ultimo la possibilità di controllare e gestire le temperature che sono importanti nel processo di maturazione del buon vino.
Merano, molti dei miei coetanei ci hanno fatto il militare, quando ancora si usava.
Passare da un banco all'altro per scoprire dietro al vino le tante personalità che ne fanno parte, perché ogni vino incorpora un po' di chi lo fa, né prende il carattere, gli umori, cosi come assomiglia al territorio su cui crescono le vigne e quindi nel calice non si assapora solo un buon bicchiere di vino ma anche tutte le altre componenti che influiscono più o meno in maniera positiva.
Assaggio partendo dai bianchi straordinari che in queste zone si producono per concludere con la Vernaccia di Oristano, naturalmente vago fra i produttori entusiasti di poter riprendere le feste itineranti del proprio vino e una cosa che mi colpisce è proprio la voglia che aleggia di fare festa senza strafare, ognuno al proprio posto ma felici di condividere un buon bicchiere di vino o anche solo un buon panino seguito dalle tante specialità a disposizione nel padiglione del cibo.
IL CIBO
Oltre a perdermi nei profumi e sapori del vino a Merano uno spazio importante dedicato al cibo.
Posso zizagare fra panettoni, salumi estremi, mozzarella di bufala, aceto balsamico di Modena tradizionale, più che un aceto un alimento, gorgonzola piccante e quello che si scioglie solo a guardarlo, succo di mela che è tutta rossa, sanguigna, marmellate, ritrovo gli amici di Brazzale principi del burro, e potrei continuare fino alla perdizione.
LA FESTA
Tum tum tum, non sembra vero ma sono di fianco a grandi casse acustiche di quelle nere, ruvide, pesanti, appese a un asta in metallo temprato che vibrano e fanno vibrare tutto quello che c'è intorno, compreso la pancia che dopo una giornata di assaggi si agita tormentata e felice 😃.
Vedere tutta questa gente festante con il calice oscillante e colmo riempie il cuore di bei sentimenti, osservo un fuoco che brucia nel mezzo di un tavolo in legno con fiamme vive che si fanno strada fra pietre nere di tufo.
Concludo la serata un po' stanco ma soddisfatto.
©2021 Luca Scainelli
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