La festa qui raccontata in modo diverso, vi porto con me per farvi vivere i momenti più importanti della due giorni dove tutto parla di focaccia IGP al formaggio.
10.000 abitanti mal contati, 300 negozi.
Recco senza l'uscita autostradale e la Focaccia non sarebbe la stessa. Qui, la tenacia di Daniela e Lucio smuove ogni cosa.
Sforzo, rilanciare, presenze, immagine, soddisfazione, queste le parole chiave che hanno dato inizio alla festa della Focaccia di Recco IGP con il formaggio.
Una ghiottoneria alla portata di tutti, in giro per il mondo cercano di imitarla in tanti ma quella certificata IGP con il bollino "edibile" come fosse un' eucarestia golosa che avvicina alle stelle, si trova solo a Recco.
Focaccia a profusione come in un moto perpetuo, esibizione di cuochi esperti che lavorano nei vari ristoranti del paese e in giro per la provincia di Genova, alle prese con i loro piatti preferiti, alcuni un po' orsi, - "di un uomo si dice che è orso, quando si mette una frontiera intorno e fa il selvatico; forse per cercare i pensieri più profondi e filosofici che solo nella solitudine possono nascere", altri più esuberanti a cui piace intrattenere il pubblico.
Vedo mortai - che negli ultimi anni hanno aumentato le vendite del venti percento - di puro marmo bianco, riempiti con gli ingredienti, profumati, che compongono il pesto genovese IGP, il basilico la fa da padrone regalando sensazioni piacevoli già alla vista.
Le giornate sono piene di occasioni per incontrare persone: il Sindaco Gandolfo, vicepresidente regionale Alessandro Piana e la visita di Ignazio La Russa che risulta essere siciliano ghiotto di Focaccia di Recco, che ha scoperto a Camogli, sogna di ridare vita ai piccoli negozi di quartiere, simpatico e con la battuta pronta, assaggia ai banchetti delle specialità gastronomiche ospitate all'interno della struttura.
I ragazzi della scuola alberghiera Marco Polo sfrecciano timidi, fra le sedie distribuendo gli assaggi che vanno a ruba.
Focacce al formaggio, trofie al pesto, salame cotto d'oca: l'ha portato quel Gioacchino che ci parla, alle oche, le incanta, le alleva libere e ci fa cibo per noi onnivori golosi di ogni ricavato del pennuto, aristocratico ma pur sempre animale, quindi al servizio dell'uomo.
La cultura salumiera dei Piacentini risale ai tempi dei Galli che già se ne intendevano, trasformando sapientemente il povero porco.
Lorella Ferrari - tuttofare - del Consorzio di Tutela salumi DOP Piacentini distribuisce coppa, salume dolce e saporito.
"Altro che monete d'oro e d'argento, fette di coppa e salame " cosi dichiarò il Cardinale Giulio Alberoni nel 1700 quando fece conoscere i prodotti Piacentini in Francia e Spagna.
Altra specialità gastronomica con la Robiola di Roccaverano - ghiottoneria per palati fini. È formaggio a denominazione di origine protetta che si produce in Piemonte da latte crudo di capra, se ne contano 5 mila all'interno della filiera produttiva.
Entro quindici giorni deve essere consumata, ma se si ha la fortuna di averla fra le mani - il formaggio si mangia con le mani - non dura più di quindici secondi.
Il peperone di Pontecorvo non ti ritorna, questo è lo slogan con cui si inizia ad assaggiare. Ci fanno un liquore, taralli e condimenti, va assaggiato per la sua delicatezza.
La Liguria è terra di basilico, con quel verde che simboleggia l'armonia, la natura, l'equilibrio e la speranza, oltre a nutrire il corpo agisce anche sullo spirito - ma poi chi l'ha mai conosciuto? "lo spirito" dove abita che forma ha?
In ogni modo questo ortaggio fa bene in tutti i sensi, con il pesto raggiunge livelli celestiali, da spalmare sulla bruschetta, per "puciare" della verdura croccante oppure, sublime, sui Mandilli, pasta irregolare e morbida, che appena tocca la bocca si scioglie in un amabile abbraccio.
Roberto Panizza, è il divulgatore del pesto alla genovese IGP e qui spiega come lo si prepara. Fondamentale il pestello in legno di pero lavorato a mano, il mortaio fatto con marmo di Carrara. Importanti sono gli ingredienti, a differenza delle quantità che ognuno gestisce a piacimento.
Queste manifestazioni non potrebbero esistere senza l'aiuto delle scuole alberghiere, qui Istituto Marco Polo di Camogli, che insegnano i modi corretti per gestire una sala di un ristorante, di un bar e di tutti i processi che trasformano la materia prima in pietanza, che in origine indicava il piatto più importante - oltre il pasto - qualcosa di preparato con attenzione e amore sia per il prodotto che per il commensale.
Passeggiando, il giorno dopo, sul lungomare di Camogli un piccolo e comprensibile sfogo di Lucio:
"Nell'organizzazione di questi eventi mille sono gli ostacoli da superare, non da ultimo il malumore di alcune persone che solo perché gli hai temporaneamente bloccato la strada, per posare la tensiostruttura, si altera".
Però il cielo si rasserena quando, in riva al mare, guardo l'orizzonte che si sta infuocando addentando un pezzo di focaccia IGP al formaggio, sorseggiando una Bianchetta Genovese.
©2023 Luca Scainelli