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Cosa e dove mangiare a Milano All'Osteria del Treno

Al pavimento vecchi marmi conservati bene,

Ci sono stato pochi giorni fa e ho avuto modo di pranzare nella famosa sala Liberty di via San Gregorio 46. Nata come sede della mutuasindacato dei ferrovieri, nel 1944 fu trasformata in cinema per la visione di film di seconda e terza visione e poi a luci rosse, in seguito qui nasce il movimento Slow Food di Milano.


Al pavimento vecchi marmi conservati bene, mentre il terrazzo ti guarda dall'alto, lo spazio "vitale" intorno mi fa sentire come se stessi mangiando all'aperto. In fondo alla sala, in bella vista e rialzato, un pianoforte nero mi fa pensare a serate con cibo ben preparato e accompagnato da musica raffinata, fra gente vestita con gusto e garbata, alla vecchia maniera, con cappelli, bastoni da passeggio, gonne lunghe ed abbondanti, guanti e veli per creare mistero da esplorare.



trasformata in cinema per la visione di film di seconda e terza visione e poi a luci rosse

Mi portano il menu di quelli che si inseriscono fra due lastre di plexiglass, spesso e dal riflesso fastidioso -ma sono le regole- leggo incuriosito cosa si mangia oggi: Carne salada con panna acida ed erba cipollina, lonza tonnata alla vecchia maniera (già provata è buonissima), acciughe mediterranee al verde, paté di fegato di vitello alla milanese con composta di agrumi, busecca (trippa alla milanese non trattata), petto d'oca croccante, uova di quaglia, insalata soncino con riduzione di aceto balsamico, zucchine in carpione, Il cappuccio del Magutt , tortino di mascarpone e uova con granella di pistacchio.


Scelgo Il cappuccio del Magutt (crema di robiola di Pandino)

Tutto inizia dal cucchiaino che si infila senza fatica nella crema di robiola, si sente l'animale, in bocca è piacevole, la sapidità perfetta fa da contorno all'odore di virile che mi sembra di essere a due passi dalla stalla. Con i crostini aromatizzati e croccanti finisco questa crema e ne vorrei ancora ma è ora di ritornare in macchina.

Il bicchiere di vino trascurabile perché servito troppo freddo.



©2020 Luca Scainelli


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