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Isabell Allende (Afrodita) pagine69

In questi racconti, ricette e altri afrodisiaci scoprire la pagina 69 da il senso di tutto il libro.

Nonostante la mole di libri di cucina pubblicati annualmente, c'è poco di scritto sul gusto, perché definire un sapore è difficile quasi quanto descrivere un odore. Entrambi sono spiriti dotati di vita propria che appaiono senza essere stati invocati per aprire una finestra nella memoria e portarci attraverso il tempo a un episodio dimenticato. Altre volte li invochiamo con ansia cercando un effetto erotico dal passato e loro invece ci mettono di fronte alla nostra nuda innocenza. Siamo onnivori, possiamo mangiare qualsiasi cosa, amiamo la varietà e passiamo la vita a sperimentare diversi sapori, quasi tutti acquisiti, perché nell'infanzia tolleriamo solamente quelli neutri o dolci. Nessun bambino apprezza la senape, anche se adora la Coca-Cola, e conosco molti adulti che non hanno imparato a mangiare il caviale. Meglio così, ne resta di più per noi. La scienza dice che possiamo differenziare solo quattro sapori: dolce, salato, amaro e acido; tutti gli altri sono una di questi con un'infinità di odori diversi. Mi attanaglia un dubbio... Come classificare allora il sapore metallico della paura, quello sabbioso dell'invidia o quello spumeggiante del primo bacio? Non importa, mi atterrò alle opinioni dei saggi visto che le mie mancano di riscontri autorevoli.

Il piacere di un sapore si concentra nella lingua e nel palato, anche se spesso non nasce da lì, ma dal ricordo. E componenti essenziali di questo piacere risiedono negli altri sensi, la vista, l'olfatto, il tatto e persino l'udito. Nel ceri moniale del tè, in Giappone, il gusto della bevanda è la cosa meno importante - in realtà il tè è amaro - ; ma la serena intimità delle pareti nude, le linee semplici degli strumenti, l'eleganza del rituale, la profonda armonia dei gesti di chi lo offre, la quieta gratitudine di chi lo riceve, l'odore delicato di legno e di carbone, il suono del mestolo quando si versa l'acqua nel silenzio della stanza contribuiscono a costituire una festa per l'anima e per i sensi.

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