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Al mercato di Gambolò


perché per coltivarla bisogna scendere al suo livello

Le mani che sanno di terra che hanno visto la terra, sporche di terra che vedono la terra tutti i giorni da vicino perché per coltivarla bisogna scendere al suo livello, piegare la schiena.

Per farlo richiede fatica e passione, sacrifici e rinunce perché è l'uomo che segue i tempi della natura, si deve adattare alle stagioni che si inseguono una dopo l'altra. Succede che piove, c'è troppo sole, il vento e gli animali selvatici da combattere; quelli che di notte sono capaci di radere al suolo un pollaio o una coltivazione.

Ogni giovedì nella piazza davanti al comune di Gambolò c'è un banchetto ricco dei frutti della terra. Non c'è frutta ma molta verdura coltivata e raccolta da chi ci mette amore nel proprio lavoro quindi semina raccoglie e distribuisce.

Individuo subito delle patate, sono quelle bianche che si devono raccogliere a mano in quanto sono delicatissime, raccolte a macchina si rovinerebbero, della  verza amara, delle cipolle di Tropea e un pezzo di zucca che stasera stenderò a fettine sottili e nel forno le trasformerò in tipo patatine, le spolverizzerò con del buon origano siciliano e un non nulla di olio extravergine.

Per farlo richiede fatica e passione, sacrifici e rinunce perché è l'uomo che segue i tempi della natura

©2020 Luca Scainelli

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