luca scainelli
12 lug 20222 min
Metropolitana di P.TA Genova, ma ci arrivo in macchina.
Il locale da fuori sembra un semplice bar con tavoli tipo birreria e sgabelli alti, all'interno una vetrata separa lo spazio dove si preparano i ravioli da quello dove ti puoi sedere a mangiare, tutto è a vista.
Mi siedo mentre due signori -- uomo e donna -- si muovono in uno stato di ascetismo con Il susseguirsi di movimenti che sembrano danzare a ritmo lento e perpetuo, in grado di dare forma agli impasti colorati, immersi in una sorta di incanto.
I ravioli, fatti rigorosamente a mano sono tutti allineati: la forma è talmente perfetta che sembrano finti, i vari colori indicano il sapore attraverso il contenuto che può essere fatto di: maiale, funghi e cipolla - vitello e pomodoro - maiale, piattoni verdi e funghi - cavolo, spaghetti di soia e alghe - pollo, funghi e bambù - amido di patate, capesante, barbabietola rossa - carne di maiale alla brace, zafferano, amido di patate, tanto per fare alcuni esempi.
Mi vengono serviti nel classico contenitore per la cottura a vapore, a vederli una gran festa, che quasi non vorrei farli sparire in bocca, mi ricordano la tavolozza del pittore intento a dipingere un quadro, ma anche la semplicità del concetto di Zen: essenziale per natura.
La cottura a vapore è la migliore per quando non si vogliono disperdere le caratteristiche organolettiche dei cibi e in più produce alimenti leggeri e digeribili.
Ogni sapore è delicato e definito: nel senso che la capesante ha il sapore che deve avere così come percepisco lo zafferano e la barbabietola, i sapori non sono mai aggressivi, l'insieme del piatto mi ricorda un prato di fiori colorati.
Anche il riso ha lo stesso impatto e penso che sono nella terra del risotto alla milanese.
Questi Fratelli Ravioli mi sono serviti a capire la cucina orientale fatta di colori vivaci e sapori delicati a volte impercettibili che hanno un senso nel marasma alimentare di oggi.
©2022 Luca Scainelli